Ha suscitato scalpore la notizia diffusa con un comunicato stampa nel pomeriggio di venerdì 14 dicembre in merito all'iniziativa della ANC – Associazione Nazionale Commercialisti – di proporre un ricorso d’urgenza dinnanzi alla Magistratura per ottenere lo stop all'obbligo di fatturazione elettronica. Abbiamo contattato il Presidente, Marco Cuchel, per saperne di più ed approfondire gli aspetti legati alle motivazioni dell’iniziativa, alle probabilità di successo e alle tempistiche.
D. Dottor Cuchel, una prima considerazione sorge spontanea: considerando che un ricorso legale non è certo un qualcosa che si predispone rapidamente, se ne può dedurre che l’ANC già da tempo ventilava la possibilità di presentare ricorso alla Magistratura?
R. Abbiamo percorso ogni strada possibile prima di addivenire alle vie legali, attendendo invano che la politica prendesse coscienza della gravità della situazione. Brevemente riepilogando le iniziative intraprese, sono state vane le interrogazioni parlamentari, così come sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati volti al rinvio dell’obbligo di fatturazione elettronica diffuso. Non solo, ci siamo anche spinti a scrivere una missiva al Presidente del Consiglio Conte, nonché ai Vice Presidenti Di Maio e Salvini, ma anche in questa occasione le nostre istanze sono state ignorate. Come non ricordare, infine, il ricorso presentato al Garante della Privacy, ricorso che ha sortito gli effetti sperati facendo emergere con drammatica puntualità tutti i punti critici dell’infrastruttura, tuttavia – anche dinnanzi alla pronuncia del Garante, nulla è cambiato. A questo punto, per sollecitare l’attenzione su un tema tanto delicato e fondamentale per il sistema economico nella sua interezza, non abbiamo avuto altra alternativa che adire alle vie legali, tramite mandato che è stato conferito ufficialmente il 10 dicembre.
D. Il tema del rinvio dell’obbligo di fatturazione elettronica viene da lei definito come fondamentale per il sistema economico nel suo insieme. Ci chiarisce questo concetto?
R. È bene aver chiaro che il problema legato alla fatturazione elettronica non sta tanto nello strumento in sé, anche alla luce del fatto che le tempistiche concesse per adeguarsi sono state congrue, tant'è che il sistema produttivo è sostanzialmente pronto, almeno quello maggiormente strutturato. Il vero problema sta nel modo in cui il sistema è stato pensato, con la previsione di un meccanismo di funzionamento che potenzialmente mette l’intera economia a nudo. L’intervento di tutta una serie di soggetti, quali le software house, i provider di posta elettronica, le banche che offrono servizi di fatturazione elettronica e altri soggetti economici forti, fanno sì che un’enorme mole di dati resti nella disponibilità di privati che potrebbero utilizzarli per finalità illegittime, prima su tutte la profilazione dell’intero sistema economico. Non possiamo e dobbiamo dimenticare che i dati rinvenibili dalle fatture costituiscono informazioni dal valore inestimabile. Il tutto nell'ambito di un panorama che, per esempio, ha visto recentemente violate le PEC dei magistrati e il sistema del processo tributario telematico vulnerabile ad incursioni non autorizzate alle informazioni contenute negli atti e come dimenticare tutte le criticità emerse nella fase iniziale dello “spesometro”. Tutto questo è gravissimo, rischia di mettere in ginocchio l’intera economia nazionale.
D. Sul punto dei soggetti terzi, tuttavia, il MEF ha risposto alle perplessità avanzate richiamando le normative in materia di privacy e la natura privatistica dei contratti.
R. Riteniamo la risposta fornita dal MEF assolutamente insoddisfacente. Basti una considerazione su tutte: in molti contratti che si stanno sottoscrivendo in questi giorni è presente la clausola che consente al soggetto che detiene i dati di trattarli ai fini della profilazione. Quanti operatori economici sono consapevoli che, nel sottoscrivere un contratto destinato alla gestione della fattura elettronica, stanno contestualmente autorizzando alla profilazione delle proprie informazioni? Il problema non è nuovo, si pensi per esempio in ambito P.A., con la successiva estensione dell’obbligo ai sub-appalti: certo, se pensiamo alla fornitura dei gessi per le scuole, magari non vi sono grandi rischi, ma fanno parte della pubblica amministrazione, ad esempio, anche le basi militari. La violazione di certi dati potrebbe addirittura mettere a rischio la sicurezza nazionale. Con l’introduzione dell’obbligo a carico di tutte le imprese, la base dati andrebbe ad aumentare a dismisura, moltiplicando in maniera esponenziale i rischi anche in termini di segreti industriali.
D. Quindi la fatturazione elettronica sarebbe da abolire?
R. Assolutamente non stiamo dicendo questo, ma occorre bloccare questa fatturazione elettronica così come pensata, a tutela del patrimonio dell’economia nazionale e delle nostre imprese. Avevamo anche proposto alternative, quali la fornitura di una piattaforma esclusivamente pubblica per la gestione del tutto, oppure meccanismi di criptazione dei dati, o ancora l’obbligo a carico dei fornitori di servizi terzi di escludere finalità di profilazione. Tutte le nostre istanza, purtroppo, sino ad oggi sono rimaste inascoltate. Occorre fermarsi finché si è in tempo e rivedere l’intera infrastruttura tecnica.
D. Il fulcro della questione è dunque la segretezza dei dati. In quale posizione si potrebbe quindi trovare il Commercialista che firma per conto del suo cliente la sottoscrizione ad una piattaforma informatica dedicata alla fatturazione elettronica?
R. I dati sono appunto il fulcro della questione; i dati e la loro protezione, o vogliamo immaginare che tutti i soggetti che velocissimamente si stanno “buttando” sul mercato lo facciano per amore della digitalizzazione? È evidente che si tratta di informazioni che possono fare gola, e tutto questo non deve essere consentito. Con specifico riferimento alla posizione del Commercialista, occorre ricordare che molti Colleghi stanno firmando per conto dei loro clienti, fornendo servizi mediati. Se da questi contratti potesse poi derivare una violazione dei dati, io ravvedo tutti gli estremi per una causa da parte del cliente verso il professionista. Ci stiamo assumendo una gravissima responsabilità, e mi stupisco che questo non preoccupi oltremodo i Colleghi, così come mi stupisco di come importanti rappresentanze, sia di Categoria che del sistema economico in genere, non siano travolti dalla preoccupazione per quanto sta per accadere.
D. Si preannuncia una manifestazione contro la fattura elettronica, ma ANC non ci sarà. Perché questa scelta?
R. Ci è bastata l’esperienza della manifestazione di categoria di due anni fa che, oggettivamente, non è servita a nulla. A nulla è servito sollecitare la politica. Noi andiamo avanti con fatti concreti: dapprima abbiamo percorso tutte le strade istituzionali, ivi compreso il ricorso al Garante, che solo noi abbiamo depositato in via ufficiale. Ora, in un paese democratico e civile e in uno Stato di diritto, ci resta solo la possibilità di adire alle vie legali, anche in considerazione del fatto che dopo la pronuncia del Garante era stato annunciato un tavolo che studiasse le dovute modifiche, dopo di ché non se n’è saputo più nulla.
D. Per concludere, torniamo alla questione dei tempi, questa volta proiettandoci nel futuro: esistono i tempi tecnici affinché il ricorso possa sortire gli effetti sperati? E in caso di accoglimento, come affrontare la questione di tutte le spese che sono già state affrontate per trovarsi pronti?
R. I tempi a nostro avviso dovrebbero essere sufficienti. Abbiamo saputo che il Magistrato prenderà visione dell’incartamento già lunedì. Chiaramente non possiamo pronunciarci sull'esito, ma auspichiamo che la nostra istanza di rinvio, in vista di una revisione del sistema che tuteli l’intera economia del Paese Italia, trovi accoglimento. Per quanto riguarda la questione dei costi, è chiaro che il tutto doveva essere fermato prima, e ci abbiamo provato in ogni modo. Tuttavia, ripeto, il fulcro della questione è che stiamo per mettere a nudo l’intero sistema economico che viceversa deve essere salvaguardato, con danni potenziali che superano di gran lunga quello derivante dalle spese sin qui sostenute.
( fonte : mysolution.it )
Commenti
0 commenti
Questo articolo è chiuso ai commenti.